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Finanziamento ai partiti, dinamicità e staticità parlamentare in Russia

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Nel silenzio generale della stampa internazionale, il quotidiano economico russo Kommersant ha recentemente riportato un’interessante serie di dati pubblicati dal Comitato Elettorale Centrale russo in tema della politica interna: sono state rese note le cifre del finanziamento ai partiti per l’ultimo quadrimestre 2010, assieme alle note spese delle fazioni politiche che plasmano il destino di Mosca e dintorni, o che almeno ci provano. Se i dati possono sorprendere per l’abbondante generosità delle cifre, non stupisce di certo chi sia il destinatario numero uno – nonché il leader degli spendaccioni – ossia il partito Russia Unita, del sempre gettonatissimo Vladimir Putin.

Osservando i dati ufficiali, cercheremo di fare alcune riflessioni essenzialmente su due principali linee guida:

– in primo luogo, osservare quali siano i rapporti di forza finanziari tra le varie forze politiche, con particolare attenzione alle origini dei finanziamenti in questione (effettuati da parte dello stato o da privati)

– in secondo luogo, analizzare le tendenze all’accentramento ed al mantenimento dello status quo di un certo assetto politico che sembra “andare per la maggiore” dall’inizio del nuovo millennio.

Prima di proseguire nella narrazione “aritmetica” dei fatti, è doveroso ricordare per un attimo la composizione del panorama politico russo. Attualmente alla Duma sono rappresentati quattro dei maggiori partiti prendenti parte al grande gioco elettorale: dietro Russia Unita seguono il Partito Comunista (KPRF), e con quote sindacalmente minime il Partito Liberal-Democratico (LDPR) del manesco quanto colorito Zhirinovsky, ed infine Russia Giusta, l’autodefinitasi alternativa di sinistra non comunista, formata da un insieme di socialisti, pensionati e populisti conservatori. Fuori dai cancelli della GosDuma cercano di farsi strada, con qualche vaghezza di successo almeno mediatico, il partito pseudo liberale Yabloko, i “Patrioti della Russia” (guidati dal fuoriscito del KPRF Gennady Semigin) e ultima ma proprio ultima la coalizione costruita sul partito “Giusta Causa” – in originale Pravoye Delo, gioco di parole deprimente, foriero anche del significato letterale di “affare di destra”. Rimangono fuori dalla scena politica che conta i vari mini-partiti ultranazionalisti, quelli di stampo democratico “occidentale “ (le virgolette indicano che non si tratta di un complimento) ed i vari partitini di ispirazione più o meno comunista.

La caratteristica peculiare del sistema partitico russo è che, alla luce dei fatti, ogni partito rappresentato in parlamento accanto a quello di (stra)maggioranza incarna il solo “superstite tollerato” dal governo in ogni data area politica. Il KPRF appare come l’unico partito comunista rimasto “vivo” e indipendente a differenza, ad esempio, dei neo-bolscevichi di Limonov (saltuario alleato anti-Putin del più scacchisticamente famoso Garry Kasparov) e di altre fazioni di quest’area meno facinorose. Continuano ad avere vita politica i partiti che, in un modo o nell’altro, supportino direttamente o indirettamente la politica governativa. Ogni partito di opposizione porta all’estremo una certa caratteristica dei politici al governo: la rivalutazione dell’URSS – spesso in modi anche inaspettati (si pensi alle nuove tendenze pro-Stalin) – e il concetto di “grande Russia” che ingloba vicini e repubbliche baltiche, il tocco di nazionalismo neo-sovietico antioccidentale sono tutte peculiarità di Russia Unita ma anche le bandiere ideologiche dei principali rivali.

Ci si sposti ora sul punto che ha originato questa breve discussione, ossia quello dei finanziamenti. Essi hanno sostanzialmente due tipi di fonte, pubblica e privata. Approfondendo questa ovvietà, ricordiamo come i flussi privati vengano sostanzialmente da singoli, di solito oligarchi operanti in uno o più settori dell’economia nazionale (e questo già da solo spiegherebbe la pienezza dei portafogli di Russia Unita) o da società ed enti giuridici vicini alla sfera governativa: a volerla vedere in maniera alquanto critica, potremmo dire che all’atto pratico si tratta di spostare somme di denaro da una tasca all’altra degli oligarchi di turno, di modo da poter favorire l’affare che al momento ha bisogno di maggiore liquidità.

L’altra fonte di guadagno per i partiti è invece nettamente sancita dalla legge: ex art. 33, legge sui partiti politici, qualsiasi fazione che superi il 3% dei consensi – riuscendo allo stesso tempo ad entrare in parlamento – ha diritto a ricevere denaro pubblico, proporzionato al relativo successo elettorale. Discussa nel 2001, agli albori dell’era di Vladimir Putin, ed entrata in vigore nell’anno di grazia 2004, tale legge aveva la propria ragione di vita nel dare “maggiore governabilità al paese tramite il rafforzamento della posizione economica dei partiti con maggiore ed evidente sostegno popolare”. Questo, almeno, nelle parole dello staff governativo del tempo – che poi non è tanto cambiato, a dirla tutta, ma queste sono malelingue. All’atto pratico, consisteva e consiste in una forte ipoteca messa dalla maggioranza dell’epoca – Russia Unita, con percentuali bulgare (si perdoni il calembour geografico) – sul parlamento, ed allo stesso tempo una spinta allo status quo per le ulteriori forze “satellite” che con seri sforzi riuscivano ad imporsi a livello parlamentare.

Ciò ricordato, si torni per un attimo all’attualità. Come detto, Russia Unita batte tutti i record anche nel 2010 non solo in tema di entrate – pubbliche e private – ma anche di uscite. In media, osservando le cifre di ogni singolo quarto del 2010, il partito dei “due zar” Putin e Medvedev surclassa i rivali con circa il quintuplo delle risorse in entrata: solo per l’ultimo quarto, parliamo di cifre superiori ai 250 milioni di rubli (pari a circa 8 milioni di dollari), tutt’altro che moneta spicciola volta al mero e spartano sostentamento degli apparati. Gli altri tre partiti si dividono gli “spiccioli” – si parla sempre di cifre dai 14 a 50 milioni di rubli. In media, i partiti al comando spendono le proprie risorse principalmente in comizi ed attività di propaganda: Russia Unita sfrutta inoltre i propri fondi per co-finanziare iniziative governative, in un giro vizioso dai risvolti alquanto interessanti. Ebbene sì, quello che lo stato spende per finanziare i soggetti politici che ne garantiscono governabilità e “pluralismo” rientra nelle sue tasche, visto che stato e partito di maggioranza tendono sempre più ad accavallarsi. Se ricordiamo inoltre che anche i finanziatori privati, spesso, non è che meritino al 100% questa definizione, il quadro è completo.

Di diversa origine sono i “benefattori” delle altre maggiori fazioni: ci si allontana maggiormente dalla sfera di governo, fino a coinvolgere dei networks di società straniere, come nel caso del LDPR, o singoli soggetti interessati come per il KPRF e Russia Giusta – in questi casi, individui mossi da forti spinte ideologiche o nostalgiche.

Alcune interessanti riflessioni vanno fatte sul curioso LDPR, “lato oscuro” del parlamento nonché lato povero dello stesso: esclusi i fondi statali, infatti, il partito di Zhirinovsky è il più povero dei maggiori, persino dei due extraparlamentari, ed inoltre è quello che riesce spesso a spendere tutto quello che incassa. Viene fatto notare, inoltre, che gran parte dei fondi di tale formazione sono spesi in attività di tutela giuridica dei propri capi: la cosa non stupisce più di tanto se si ricorda come il caro Zhirinovsky sia soprannominato dai tedeschi – “l’Hitler russo”. E sì, uno dei suoi più grandi supporters esterni agli albori del partito – erano i non tanto ruggenti anni ’90 eltsiniani – era un imprenditore austriaco fiero di un passato nelle Waffen-SS.

Ormai da tempo fuori dal parlamento, invece, mal sopravvivono le altre formazioni, di cui Yabloko è uno degli ultimi esponenti validi: rimasto in vita grazie alle donazioni di liberali e democratici del paese, è comunque sulla via dell’isolamento in quanto non riesce ad assumere una posizione certa tra le varie formazioni principali.

In conclusione, non rimane che far notare come, a non molta distanza dalle elezioni parlamentari del 2011, la situazione di tendenza allo status quo sembra avere un’ulteriore conferma anche sotto la lente del finanziamento ai partiti. La certezza di essere di fronte ad un sistema partitico e politico tendenzialmente statico, figlio di un assetto assopito – o forse solo dipinto di altro colore – negli anni ’90 si rafforza di fronte a queste conferme. E sullo sfondo, o sarebbe meglio dire in primo piano, si pone un’annosa questione: quella delle condizioni del popolo russo sotto questo governo. L’immobilismo, da manuale, non è una forma ideale, anzi è l’opposto: di contro, questa “marmoreità” politica ha riportato la Russia sul grande scacchiere internazionale dopo anni di guinzaglio americano e delle multinazionali, nonostante i ben noti “incidenti di percorso”.

Non ci stupisca dunque che il popolo russo continui a vedere di buon occhio la propria maggioranza: non va dimenticato che una Russia resa forte e competitiva da un governo dal sapore di Presidium viene combattuta da ovest non perché sia pericolosa per gli indifesi cittadini moscoviti, ma soprattutto perché fa paura a noi.


* Giuliano Luongo è analista per il progetto “Un Monde Libre” della Atlas Economic Research Foundation.


Le opinioni espresse nell’articolo sono dell’Autore e potrebbero non coincidere con quelle di “Eurasia”


Riferimenti:

Единая Россия — лидер по доходам и расходам, di Valeriya Khamraeva, da Kommersant Online, 03/02/2011

Без госдотаций ЛДПР беднее Яблока и Патриотов, di Maksim Ivanov, da Kommersant Online, 07/05/2010 (agg. feb 2011)

Партии тратят в два раза больше, чем получают, di Alisa Shtikina, da Kommersant Online, 10/08/2010

Nuclear Threats and Busty Ladies in the Race for Second-Place in Russia, di Benjamin Bidder, Spiegel Online International, 28/02/2008

Archivio online del NY Times su V. Zhirinovsky: http://topics.nytimes.com/topics/reference/timestopics/people/z/vladimir_v_zhirinovsky/index.html

Sito Ufficiale della Commissione Elettorale Centrale: http://www.cikrf.ru/

Siti ufficiali di partito:

Russia Unita: http://er.ru/

KPRF: http://kprf.ru/

LDPR: http://www.ldpr.ru/

Russia Giusta: http://www.spravedlivo.ru/

Yabloko: http://www.yabloko.ru/

Patrioti della Russia: http://www.patriot-rus.ru/

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